La situazione continua ad essere difficile dal punto di vista economico per gli italiani, le risorse ormai è acclarato che non ci sono e se mai arriverà qualcosa si tratterà solamente di debiti, inutile sperare in altro, perché se anche arrivassero veri soldi a fine anno o a inizio 2021 sarà troppo tardi.
Oggi, però, vorrei spostare la riflessione dal piano squisitamente economico a quello geopolitico, poiché è fondamentale capire come stanno le cose sullo scacchiere internazionale per aver coscienza del grande ruolo che l’Italia sta giocando in questo momento, pur nell’inconsapevolezza più totale dei nostri governanti.
Dunque, l’Unione Europea come tutti sapete vacilla ed è divisa al suo interno in tre grandi blocchi, con interessi e necessità completamente divergenti. C’è il gruppo tedesco formato dai Paesi del Nord: Germania, Austria, Danimarca, Olanda e Repubbliche Baltiche, i quali sono contro qualsiasi intervento a fondo perduto (anche se in casa propria lo hanno fatto) e contro forme di condivisione del debito; c’è il gruppo dei Paesi del Sud, con Italia, Spagna e Francia in testa, che invece necessitano di liquidità immediata e gratuita ed infine c’è il gruppo di Visegrad, formato dai Paesi dell’est: Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacca, che fanno da soli e sinceramente in questo momento stanno meglio di tutti, perché sfruttano il costrutto della moneta unica per agganciare le loro valute tramite cambi vantaggiosi, avendo così la possibilità di far investimenti reali e di godere di ottimi ritorni.
In questa situazione di instabilità interna l’azione politica europea non può che essere macchinosa ed inefficace, il rischio di un crollo dell’Unione è una prospettiva reale e possibile, sebbene tabù nel linguaggio dei principali media italiani.
I vari fronti di politica estera nei quali è stata impegnata l’Unione negli ultimi mesi hanno dimostrato chiaramente la sua irrilevanza sullo scacchiere internazionale, a partire dal fallimento sulle politiche migratorie, con la vittoria della Turchia di Erdogan, per non parlare poi della mala gestione delle guerre in Siria ed in Libia, insomma gli attori importanti sono altri, e l’UE per i troppi problemi interni non riesce ad essere incisiva.
In questa situazione, descritta in maniera semplificata, ma credo comunque abbastanza chiara, per farvi riflettere sull’effettivo peso dell’Unione Europea a livello mondiale, l’Italia gioca un ruolo chiave, poiché nel mezzo della crisi del Covid-19, se non supportata da politiche monetarie davvero efficaci potrebbe dare il via libera allo smantellamento dell’UE.
Ovviamente quanto appena scritto lo si apprende da organi di stampa internazionali, i quali vedrebbero di buon occhio un’uscita dell’Italia dall’Unione Europea, poiché in questo scenario l’Italia rappresenterebbe e se ci pensate bene, rappresenta già, un importante alleato (e bersaglio) economico delle tre super potenze mondiali, Stati Uniti, Russia e Cina, nonostante rimanga stabilmente sotto l'influenza ed il controllo americano.
Ognuna delle tre grandi ci ha infatti mandato aiuti, sotto diverse forme, da equipe specializzate di medici, a centinaia di migliaia di mascherine in regalo ed il perché è presto detto, l’Italia ha un patrimonio storico, artistico e culturale unico al mondo, unito ad un alto valore aggiunto dei nostri prodotti, il made in Italy appunto, che fa gola a chiunque.
In una società dove l’abbassamento della qualità è la regola per permettere l’accesso ai consumi a tutti, la qualità è ricercata da coloro che invece posseggono i grandi capitali.
Quindi l’Italia, ad oggi, potrebbe e dovrebbe rappresentare l’ago della bilancia a livello di politica europea, esigendo l’utilizzo della BCE e dei finanziamenti a fondo perduto, oppure in caso contrario facendo da sola.
Qui la nostra azione politica dovrebbe concentrarsi, ed invece si è persa via tra chiacchiere inutili e debiti dannosi, ma d’altronde senza coraggio non si va da nessuna parte.
Resterà tutto uguale, immutato, e faremo da soli noi italiani, con le nostre forze, salvo eventi eclatanti, subendo le scelte altrui.
Nel caso, comunque improbabile di far da soli potremo scegliere tra due strade quella americana e quella russo-cinese. Dunque la prima prevederebbe di rimanere saldamente e supinamente nella sfera di influenza anglo-americana, notate bene che Trump ci sta preparando la strada per continuare a legarci mani e piedi agli USA. Infatti, ha già firmato l’11 aprile un memorandum per aiutare l’Italia anche nella ripresa economica; la sua intenzione è quella di dare una spallata all’alleato/competitors tedesco e di tornare ad essere l'unica voce in capitolo nelle decisioni politiche del vecchio continente, insomma “Uncle Sam is always here”.
Dall’altra parte Russia e Cina, non vedono l’ora di avere un partner sul suolo europeo, sia a livello commerciale e la Via della Seta ne è l’esempio conclamato, sia a livello politico nei grandi vertici mondiali.
Potremo tornare a rappresentare l’ago della bilancia, il punto di raccordo tra Occidente e Oriente, com’era avvenuto tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta, quando contavamo davvero a livello mondiale e invece, preferiamo lo status quo.
La paura e la disinformazione ci tengono ancorati ad un’UE ormai semplice organo burocratico, irrilevante a livello mondiale, ed una classe dirigente miope, paurosa ed incompetente non ci permette di ripartire come dovremo, e noi cittadini italiani siamo quelli che purtroppo ci rimetteranno ancora.
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