“Siamo in guerra” - così ha esordito Macron l’altro giorno parlando in diretta televisiva alla nazione francese. Parole forti da parte di un presidente debole, che però nel momento del bisogno trova il coraggio di fare quello che in Italia sta mancando, mettere nelle tasche dei cittadini e delle imprese 300 miliardi di euro, proprio come si deve fare durante una guerra.
Ora, i francesi non mi sono mai stati simpatici e penso non lo saranno mai ma, a differenza dei nostri governanti, sanno comportarsi da Stato sovrano, infatti si sono detti pronti a nazionalizzare le imprese strategiche pur di difendere la Francia e i francesi dagli attacchi speculativi, perché uno Stato che si rispetti ha bisogno del suo tessuto produttivo per essere forte e garantire sicurezza, stabilità e prosperità ai suoi cittadini.
Chapeau.
In Italia tutto ciò è impensabile, coraggio e competenza sono degli sconosciuti nel panorama della nostra attuale politica ed infatti, le conseguenze di questa guerra economica e finanziaria stiamo già iniziando a subirle.
Noi italiani non abbiamo più molte grandi aziende da proteggere, perché una trentina di anni fa le abbiamo privatizzate quasi tutte, svendendole al miglior offerente (Germania e Francia ringraziano), ma abbiamo un tessuto produttivo di piccole e medie imprese che sono delle eccellenze per qualità e diversificazione delle merci prodotte e dovremo essere pronti a tutto pur di salvarle da questa crisi e più in generale dalla speculazione.
Ed invece, il governetto lascia soli gli imprenditori e così, oggi, contiamo la prima vittima di questa crisi finanziaria da Covid-19: la Molmed azienda di biotecnologie quotata a Piazza Affari, una vera eccellenza nella ricerca di molecole contro il cancro, è stata venduta alla giapponese Agc per 240 milioni di euro.
La guerra finanziaria è iniziata e se non cominciamo davvero a combattere, proteggendo le nostre aziende e la nostra economia reale potrebbe essere la nostra fine economica.
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