📰Ci troviamo a vivere in un’epoca complessa. Più volte ho definito i nostri anni la decadenza della civiltà Occidentale e, in questi giorni dove il coronavirus la fa da padrone, emerge appieno questa nostra decadenza culturale, sociale e politica.
Ed il tutto si riflette in maniera significativa e pesante sulla nostra, già debole, economia reale.
📕La decadenza culturale si palesa sotto vari aspetti, dalla possibilità democratica ma, talvolta esagerata di poter esprimere la propria opinione sui social riguardo qualsiasi argomento, persino su quelli complessi, che necessitano di anni di studio prima di poterli affrontare coscientemente. Il coronavirus in tal caso ne è l’esempio lampante. Fino all’assurdità del politicamente corretto, antidemocratico per definizione, poiché vieta tutto ciò che non va bene ad alcuni.
Fake news, opinioni sconnesse e assenza di dati oggettivi a sostegno delle proprie tesi, dovrebbero farci pensare cento o mille volte prima di scrivere o dichiarare qualcosa, ma questo passaggio manca ancora a tanti.
Non mi sento però e nemmeno si possono colpevolizzare i cittadini per le loro affermazioni, anche se errate, perché sono vittime del sistema informativo pilotato e creato ad arte per confonderli e porli nella condizione di non poter riconoscere la verità oggettiva.
Informarsi e studiare è sempre stato difficile ma, nell’era digitale dove dovrebbe essere semplice in realtà è molto più difficile.
E così la cultura decade e con essa anche il rapporto sociale tra i cittadini.
📗La decadenza sociale è forse la piaga peggiore dei nostri anni, perché il tessuto sociale è ormai stato distrutto dall’individualismo e dal materialismo più sfrenati. L’obiettivo dei profitti si antepone a qualsiasi altra cosa, rimanendo il fine ultimo di ogni attività umana.
La società in troppi casi e anche in Italia, non garantisce più i diritti basilari ai suoi cittadini, riempiendosi la bocca di parole d’aiuto per i poveri del mondo, per i quali le parole bastano e avanzano tanto sono distanti e quindi non sono un vero problema e dimenticando i poveri della porta accanto, che invece potrebbero essere aiutati per davvero. E sappiamo benissimo chi sono i campioni di questo atteggiamento.
La società è divorata dall’angoscia e dall’ignoranza, ignoranza intesa come assenza di conoscenza, perché chi muove le fila della nostra economia e della nostra politica lascia volutamente i cittadini nell’ignoranza, perché un popolo che non sa è un popolo che vota solo di pancia, ed è molto più facile arrivare alla pancia che alla testa di un cittadino, soprattutto se quest’ultimo è critico e preparato.
📘Ed arriviamo quindi alla decadenza politica che è l’espressione di quanto appena scritto. Una classe politica distante dalla realtà ed impreparata si circonda ovviamente di tecnici, burocrati e sostenitori altrettanto impreparati, perché se il capo è scarso è evidente che si circondi di persone ancora più scarse, perché la sua leadership verrebbe altrimenti velocemente intaccata. E anche qui gli esempi sono lampanti.
Ed ecco che quindi il richiamo a politici preparati, competenti e vicino agli amministratori e ai cittadini è oggi più che mai una necessità.
Torna nuovamente il coronavirus a darci una lezione. Tratta appunto da una storia vera.
⚠️⚠️⚠️ Vengono probabilmente chiuse le scuole anche la prossima settimana e, politici di alto rango e prefetti preferiscono le dichiarazioni televisive all’avvisare ufficialmente gli amministratori locali, che sono poi quelli che dovranno nel concreto gestire l’emergenza. ⚠️⚠️⚠️
Un esempio semplice ma chiaro.
È necessario un cambio di paradigma e sarebbe necessario ricostruire una politica vera, che sappia servire i cittadini. E su questo punto servirebbe avere una legge elettorale che ci faccia scegliere chi mandare a governare e non i listini bloccati dei nominati.
È evidente che non tutti i politici sono così, alcuni buoni esempi ci sono, anche vicino a noi, tuttavia è la situazione generale dell’Italia e dell’Europa a preoccuparmi, non i casi particolari.
📈 Concludendo questa critica della domenica mattina, riporto la barra a dritta, o meglio torno a parlare di economia. Nell’incertezza, nella paura e nell’incompetenza l’economia non può che rimetterci, perché la sfiducia si ripercuote sui mercati e le borse crollano, mentre l’economia reale, cioè le nostre aziende e i nostri negozi e i nostri lavoratori sono fermi, in stallo. Con questo blocco la paura è che il PIL scenda di 3-4 punti percentuali, con a cascata una diminuzione di stipendi, acquisti ed investimenti.
📍Per ripartire serve concretezza e coraggio, a volte bisogna osare, questo è il momento in cui la politica dovrebbe osare, perché il coronavirus non c’è solo in Italia e non possiamo per panico ed allarmismo fermare un Paese, la sua economia ed il suo turismo.
Gestire le emergenze con testa, con le dovute precauzioni, ma senza panico e paura questo bisognerebbe fare.
Vi aspetto in Veneto ed Italia, il Bel Paese per eccellenza.
#italianonsiferma #venetononsiferma #veronanonsiferma
Buona domenica a tutti.
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