Oggi ho posto in essere un'analisi di quelle che, a mio avviso, potrebbero essere le conseguenze più probabili di questa crisi di governo, tenendo conto per quanto possibile dello scenario politico-economico internazionale.
Innanzitutto questa crisi di governo si inserisce in uno scenario politico internazionale parecchio instabile. La Brexit è imminente, il potere dell'Unione Europea è ai suoi minimi storici e Stati Uniti, Russia e Cina guardano con interesse le vicende politiche nostrane, poiché l'Italia geograficamente e storicamente funge da collegamento tra Occidente ed Oriente. Potremo e dovremo giocare un ruolo politico molto più importante e tornare ad essere l'ago della bilancia della politica internazionale. È una sfida che dovremo cogliere, ma al momento non ne siamo in grado. Bisogna esser chiari e realisti.
LE CONSEGUENZE POLITICHE DELLA CRISI DI GOVERNO.
Questa crisi quindi, come detto, porterà delle conseguenze politiche sia in campo nazionale, come è ovvio, sia in quello internazionale, molto sottovalutate al momento.
In campo nazionale la partita politica più importante è quella del PD e dei 5 Stelle, i quali si giocano la loro stessa sopravvivenza. Se infatti, questi due partiti andassero al governo, senza dar vita ad un esecutivo di altissimo profilo, contenente anche e soprattutto figure e ministri indipendenti e super partes, creerebbero un distacco incolmabile con il Paese, gli amministratori locali e la base degli elettori, orientati ormai verso la Lega e il centro destra.
La Lega gioca, invece, una partita leggermente più semplice, perché la sua sopravvivenza non è a rischio. Nell'immediato potrebbe andare all'opposizione, ma potrebbe calare l'asso con le regionali di Emilia, Toscana, Umbria e Marche, infatti strappando queste regioni storicamente rosse al PD, tornerebbe al governo dalla porta principale e non dalla finestra.
Una partita politica molto delicata, che probabilmente tanti politici, sia a destra che a sinistra non hanno colto appieno, i cinque stelle non se la immaginano nemmeno.
In campo internazionale le conseguenze politiche per l'Italia potrebbero portare a una perdita progressiva del poco peso che ora abbiamo nelle varie istituzioni e più in generale un asservimento totale all'Europa della finanza e della burocrazia.
Forse solo riuscendo a farci rispettare in Europa per davvero, riusciremo anche a farci ascoltare dai tre grandi attori mondiali ovvero America, Cina e Russia, che comunque ci osservano attenti, perché strategicamente siamo importanti.
Ecco perché servono quei politici con la P maiuscola, per farci rinascere come nazione e come democrazia.
LE CONSEGUENZE ECONOMICHE DELLA CRISI DI GOVERNO.
Sul lato economico le conseguenze di questa crisi saranno ovviamente tutte sul piano dell'economia nazionale. A livello internazionale, il sistema è da cambiare, come ho sempre sostenuto.
Dicono che la crisi di governo ci costerà 23 miliardi, vero, ma anche con un governo il costo sarebbe stato uguale, poiché stiamo ancora pagando le errate politiche dell'austerità, ancor prima di reddito di cittadinanza e quota cento, come erroneamente sostengono i vari media nazionali.
Questo costo comunque lo dovremo sostenere noi cittadini tramite l'aumento dell'Iva o tramite la rinuncia ad investimenti in settori strategici o alle infrastrutture.
Si torna quindi all'annoso problema, ci prostriamo alle sbagliate regole europee o diamo un segnale di rottura e imponiamo un cambiamento nell'Unione Europea, mai così politicamente debole dagli anni 60 a oggi? La risposta qui è politica. La scelta di quale politica seguire spetta al governo. Ecco spiegato il perché della delicatezza della situazione.
I costi economici di questa manovra però graverebbero prima di tutto sulle imprese, che si troverebbero con una stretta sul credito, dovuta anche alla congiuntura internazionale sfavorevole e ai mancati investimenti infrastrutturali. A cascata lavoratori e famiglie vedrebbero ridursi le loro entrate e i consumi calerebbero nuovamente. Sarebbe una batosta per l'Italia, per questo è necessario investire in infrastrutture e sostenere l'economia reale con delle mirate politiche di aggiustamento dei tassi d'interesse, rivoluzionando il sistema economico europeo stesso.
Un sistema di finanza locale potrebbe essere un'altra via da percorrere, ma questo è un altro discorso.
LE CONSEGUENZE SOCIALI DELLA CRISI DI GOVERNO.
Infine le conseguenze sociali di questa crisi non saranno indifferenti, la prima e più evidente è la disaffezione dei cittadini nei confronti della politica. La mancanza di contenuti, il continuo cambio di posizioni e di alleati, la lontananza delle istituzioni dai cittadini, sono solo alcuni degli esempi che fanno allontanare giovani e meno giovani dalle urne e dal sostegno ai partiti.
Per dirla tutta, qualcuno sostiene che il parlamento sia lo specchio della società, forse ci va più vicino di quanto si pensi.
La seconda conseguenza sarà la mancanza di rinnovamento della classe politica, sempre meno giovani, e persone competenti e preparate si cimentano nella carriera politica, vuoi per paura, vuoi per rifiuto di inserirsi in un sistema marcio e incancrenito e così la politica rimane ostaggio di personaggi dalle dubbie capacità e di opportunisti della peggior specie.
Di conseguenze ce ne sono molte altre, ovviamente anche sul tema lavorativo e occupazionale, che merita un approfondimento a parte, ma secondo me questi sono i principali punti sui quali dovrebbero riflettere i nostri governenti.
Il cambio di passo è necessario altrimenti la tempesta arriverà sull'Italia.
Innanzitutto questa crisi di governo si inserisce in uno scenario politico internazionale parecchio instabile. La Brexit è imminente, il potere dell'Unione Europea è ai suoi minimi storici e Stati Uniti, Russia e Cina guardano con interesse le vicende politiche nostrane, poiché l'Italia geograficamente e storicamente funge da collegamento tra Occidente ed Oriente. Potremo e dovremo giocare un ruolo politico molto più importante e tornare ad essere l'ago della bilancia della politica internazionale. È una sfida che dovremo cogliere, ma al momento non ne siamo in grado. Bisogna esser chiari e realisti.
LE CONSEGUENZE POLITICHE DELLA CRISI DI GOVERNO.
Questa crisi quindi, come detto, porterà delle conseguenze politiche sia in campo nazionale, come è ovvio, sia in quello internazionale, molto sottovalutate al momento.
In campo nazionale la partita politica più importante è quella del PD e dei 5 Stelle, i quali si giocano la loro stessa sopravvivenza. Se infatti, questi due partiti andassero al governo, senza dar vita ad un esecutivo di altissimo profilo, contenente anche e soprattutto figure e ministri indipendenti e super partes, creerebbero un distacco incolmabile con il Paese, gli amministratori locali e la base degli elettori, orientati ormai verso la Lega e il centro destra.
La Lega gioca, invece, una partita leggermente più semplice, perché la sua sopravvivenza non è a rischio. Nell'immediato potrebbe andare all'opposizione, ma potrebbe calare l'asso con le regionali di Emilia, Toscana, Umbria e Marche, infatti strappando queste regioni storicamente rosse al PD, tornerebbe al governo dalla porta principale e non dalla finestra.
Una partita politica molto delicata, che probabilmente tanti politici, sia a destra che a sinistra non hanno colto appieno, i cinque stelle non se la immaginano nemmeno.
In campo internazionale le conseguenze politiche per l'Italia potrebbero portare a una perdita progressiva del poco peso che ora abbiamo nelle varie istituzioni e più in generale un asservimento totale all'Europa della finanza e della burocrazia.
Forse solo riuscendo a farci rispettare in Europa per davvero, riusciremo anche a farci ascoltare dai tre grandi attori mondiali ovvero America, Cina e Russia, che comunque ci osservano attenti, perché strategicamente siamo importanti.
Ecco perché servono quei politici con la P maiuscola, per farci rinascere come nazione e come democrazia.
LE CONSEGUENZE ECONOMICHE DELLA CRISI DI GOVERNO.
Sul lato economico le conseguenze di questa crisi saranno ovviamente tutte sul piano dell'economia nazionale. A livello internazionale, il sistema è da cambiare, come ho sempre sostenuto.
Dicono che la crisi di governo ci costerà 23 miliardi, vero, ma anche con un governo il costo sarebbe stato uguale, poiché stiamo ancora pagando le errate politiche dell'austerità, ancor prima di reddito di cittadinanza e quota cento, come erroneamente sostengono i vari media nazionali.
Questo costo comunque lo dovremo sostenere noi cittadini tramite l'aumento dell'Iva o tramite la rinuncia ad investimenti in settori strategici o alle infrastrutture.
Si torna quindi all'annoso problema, ci prostriamo alle sbagliate regole europee o diamo un segnale di rottura e imponiamo un cambiamento nell'Unione Europea, mai così politicamente debole dagli anni 60 a oggi? La risposta qui è politica. La scelta di quale politica seguire spetta al governo. Ecco spiegato il perché della delicatezza della situazione.
I costi economici di questa manovra però graverebbero prima di tutto sulle imprese, che si troverebbero con una stretta sul credito, dovuta anche alla congiuntura internazionale sfavorevole e ai mancati investimenti infrastrutturali. A cascata lavoratori e famiglie vedrebbero ridursi le loro entrate e i consumi calerebbero nuovamente. Sarebbe una batosta per l'Italia, per questo è necessario investire in infrastrutture e sostenere l'economia reale con delle mirate politiche di aggiustamento dei tassi d'interesse, rivoluzionando il sistema economico europeo stesso.
Un sistema di finanza locale potrebbe essere un'altra via da percorrere, ma questo è un altro discorso.
LE CONSEGUENZE SOCIALI DELLA CRISI DI GOVERNO.
Infine le conseguenze sociali di questa crisi non saranno indifferenti, la prima e più evidente è la disaffezione dei cittadini nei confronti della politica. La mancanza di contenuti, il continuo cambio di posizioni e di alleati, la lontananza delle istituzioni dai cittadini, sono solo alcuni degli esempi che fanno allontanare giovani e meno giovani dalle urne e dal sostegno ai partiti.
Per dirla tutta, qualcuno sostiene che il parlamento sia lo specchio della società, forse ci va più vicino di quanto si pensi.
La seconda conseguenza sarà la mancanza di rinnovamento della classe politica, sempre meno giovani, e persone competenti e preparate si cimentano nella carriera politica, vuoi per paura, vuoi per rifiuto di inserirsi in un sistema marcio e incancrenito e così la politica rimane ostaggio di personaggi dalle dubbie capacità e di opportunisti della peggior specie.
Di conseguenze ce ne sono molte altre, ovviamente anche sul tema lavorativo e occupazionale, che merita un approfondimento a parte, ma secondo me questi sono i principali punti sui quali dovrebbero riflettere i nostri governenti.
Il cambio di passo è necessario altrimenti la tempesta arriverà sull'Italia.
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